Il dragone sulla torre (simbolo aziendale) guarda orgoglioso dal colle Sengiari i vigneti che si propagano sulle pendici. Sotto la cura di Stefano, le viti di 30 anni affiancano gli impianti più giovani, per regalare perle di linfa da trasformare in vino. Da un clone di merlot posto in un’area calda vocata, nasce l’ultima creazione: il Don Giovanni 1916 Merlot 2020. Un solo chilogrammo d’uva per ceppo portata a surmaturazione. Lunga macerazione, massima estrazione di colore e lunga sosta in barrique portano a 900 bottiglie di vino “forte e gentile”, come il nonno Giovanni a cui è dedicato.