I confini non esistono

Due province, due uve, tre vini. Un intreccio di destini e di storie con un unico fine: il vino.
Il Soave di montagna
A Brognoligo, frazione di Monteforte d’Alpone, troviamo Le Battistelle. Accompagnati dalla famiglia Dal Bosco si sale al Roccolo del Durlo, scrutando i pendii ripidi delle colline di roccia vulcanica dove le lavorazioni diventano difficili, a favore di un panorama spettacolare. Dalle vigne centenarie che si inerpicano sui crinali sostenuti dai muretti a secco nasce il Soave Roccolo del Durlo, essenza viva di un territorio in cui la garganega dà vini di grande longevità. Un’etichetta in cui appare il simbolo Cervim – Viticoltura Eroica, così come in quella del Soave Battistelle, anche questo ottenuto dai terreni vulcanici coltivati sui terrazzamenti. Il Passito della Gloria porta invece il nome della figlia di Gelmino Dal Bosco e della moglie Cristina Zanotto: è suo il giovane volto che sempre di più riflette la nuova immagine della cantina.

Bio da sempre
Si scende poi verso la località di Costalunga fino all’azienda La Cappuccina. Precursori di scelte produttive volte al rispetto dell’ambiente, i fratelli Tessari sono i custodi di una bellezza da ammirare muovendosi nel verde rigoglioso del giardino alberato, camminando tra la seicentesca Villa Buri e il piccolo oratorio dedicato a San Giovanni Battista, fino alla moderna cantina con la bottaia scavata sul fondo basaltico del Monte Capitello. Alle spalle della residenza padronale inizia il vigneto pedecollinare dal quale si ricava Soave San Brizio. Il Campo Buri è invece il rosso più importante, mentre l’Arzimo è il prestigioso Recioto di Soave.

Una taverna da scoprire
La tappa successiva è l’azienda Sandro De Bruno, dove si è accolti in modo caloroso e informale da Sandro Tasoniero e Marina Ferraretto: sono loro che intrattengono gli ospiti nell’ampia taverna interrata con il soffitto a volte di mattoni e il grande camino per le grigliate. Uno spazio in cui poter organizzare cene e degustazioni, ammirando la bottaia e le cataste di bottiglie dove sosta a lungo in affinamento lo spumante Metodo Classico da uve durella. La produzione aziendale è suddivisa tra l’area del Soave e quella dei Monti Lessini, e seduti ai grandi tavoli di legno scuro si possono assaggiare il Lessini Durello Metodo Classico Riserva 60 Mesi, il Soave Superiore Monte San Piero e il Sauvignon Bianco Fumo.

Vini genuini
Superando il confine con la provincia di Vicenza si entra nell’area della DOC Gambellara, dove in località Brovia si trova la cantina Davide Vignato.  Risiede nel suolo vulcanico la radice profonda della personalità dei due Gambellara Classico El Gian e Col Moenia, come dello Spumante Cuvée dei Vignato, da uve durella. Tra le colline sopra il paese di Gambellara, Davide pratica un’agricoltura ispirata ai principi di sostenibilità ambientale, sempre immaginando i suoi vini come il fulcro di momenti di condivisione e convivialità, seguendo uno stile espressivo che privilegia il tratto più genuino e tipico del gusto.

La durella protagonista
Ci si dirige poi a nord risalendo la Valle del Chiampo, famosa per la lavorazione dei bellissimi marmi locali, all’interno della parte vicentina della DOC Lessini Durello. Arrivati all’omonimo paese di Chiampo, si raggiunge la cantina Sacramundi. È questa l’area in cui diventa protagonista l’uva durella, frutto del vitigno nativo che l’azienda ha deciso di mettere al centro del suo progetto avviato nel 2012. Freschi e dai risvolti speziati gli spumanti Metodo Classico Lovara, Classico 36 e Merum.
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